Di Maria Caterina Bruno
Si è tenuto a Salerno, presso l’Istituto Professionale Servizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, il terzo seminario dal titolo: “Valorizzare e promuovere la Dieta Mediterranea”. L’evento rientra nel progetto di Cooperazione Transnazionale “Crea Med: Dieta Mediterranea e resilienza rurale in un’economia globalizzata”, che prevede attività in partenariato con l’ASL di Salerno e gli istituti secondari di primo e secondo grado del territorio picentino. La giornata informativa, organizzata con il supporto del GAL Colline salernitane e dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania – trasmessa anche in streaming per l’intera rete scolastica facente parte del progetto – è stata arricchita da una vasta presenza di rappresentanti istituzionali. Tra questi: il Dirigente Scolastico dell’IPSASR Profagri Salerno Prof. Alessandro Turchi; il sindaco di Pontecagnano Faiano Giuseppe Lanzara; il Presidente del GAL Colline Salernitane Antonio Giuliano; la Dirigente U.O.S.D Promozione della salute ASL Salerno Dott.ssa Rosa Maria Zampetti; e il coordinatore GAL e Responsabile Cooperazione Egilio Troisi.
Successivamente, si è lasciato spazio agli interventi di due illustri relatori, che corrispondono al Prof. Raffaele Sibilio, dell’Università di Napoli, e al al Prof. Giacomo Pepe, dell’Università di Salerno, Difarma.
In particolare, l’intervento del Professore Sibilio è stato volto all’esaltazione del nesso esistente tra valorizzazione della dieta mediterranea e valorizzazione del territorio: “Ciò che mangiamo è parte di noi. Spesso si ritiene che la globalizzazione tenda ad unificare una serie di condizioni – consideriamo ad esempio MC Donald’s, caso studio di globalizzazione. Eppure, negli ultimi anni, anche catene come questa hanno dovuto considerare le specificità locali. Valorizzare i prodotti locali significa valorizzare il territorio.
L’elemento enogastronomico è inoltre sempre più rilevante per le scelte turistiche. La dieta mediterranea è quindi una scelta culturale, perché mettendo insieme prodotti diversi non si crea un livello di competizione nello stesso territorio. Inoltre, in questo momento storico, stiamo assistendo ad una preoccupazione primaria attorno al tema della salute, e dobbiamo considerare come mentre il cibo spazzatura ci va in pancia, il cibo buono ci va prima in testa e poi in pancia”.
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