Rapporto Ismea-Qualivita, sistema solido ma urge piu’ export
In quasi venti anni di DopEconomy, la rete di produzioni agroalimentari di qualita’ con riconoscimento dei marchi Dop e Igp. Il comparto vale ora 16,9 miliardi di euro ed esprime il 19% del fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano. “Un patrimonio del made in Italy non solo economico, ma anche identitario e di sviluppo sostenibile che e’ passato in due decenni dal valore della tutela della tradizione, del paesaggio e della proprieta’ intellettuale all’essere percepito come un bene pubblico e una strategia di sviluppo e benessere. Laddove diventano ancor piu’ strategici i prodotti trasformati frutto della collaborazione tra mondo agricolo e industria alimentare”.
Lo ha detto Mauro Rosati, direttore della Fondazione Qualivita nel presentare il XVIII Rapporto Ismea-Qualivita. Che attesta la solidita’ e la forza di un sistema capace di promuovere lo sviluppo nell’intero territorio italiano. I dati economici della #DopEconomy, relativi al 2019, delineano infatti un settore di primaria importanza e in crescita: 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione (+4,2% in un anno), e un export da 9,5 miliardi di euro (+5,1% in un anno) che corrisponde al 21% delle esportazioni nazionali di settore. Grazie al lavoro di oltre 180.000 operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti. L’analisi degli impatti economici delle filiere agroalimentari e vitivinicole Dop Igp attesta la positiva ricaduta sull’intero territorio nazionale. Con 17 Regioni che contribuiscono, seppure con intensita’ diverse, alla crescita del comparto.
A fare da traino e’ il Nord Italia con Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte che concentrano il 65% del valore produttivo delle filiere a Indicazione Geografica. “Sicuramente l’area settentrionale e’ di traino. Ma si sta affermando un sistema unico. Ha osservato Rosati. In particolare attraverso una convergenza normativa al punto da esprimere un grande ruolo geopolitico della DopEconomy. In particolare la Campania nel 2019 e’ in crescita del 31% rispetto all’anno precedente. E si moltiplicano i distretti, da quello del Prosecco alla Mozzarella di Bufala campana Dop che insieme alla Pasta di Gragnano Igp stanno creando una importante sinergia. Con i prodotti trasformati che diventano strategici per lo sviluppo”.