di Maria Caterina Bruno
Il neoeletto Presidente della Società Italiana Embriologia Riproduzione e Ricerca racconta in esclusiva a supersud.it le prospettive della procreazione medicalmente assistita e gli scenari presenti e futuri relativi alla professione dell’embriologo.
La SIERR è una società scientifica, senza finalità di lucro, costituita da biologi, biotecnologi e medici che svolgono attività presso centri di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Potrebbe descrivere le linee operative e i progetti che intende portare avanti nel corso del suo ruolo di Presidente di recente nomina?
La SIERR, in qualità di società scientifica, ha come obiettivo quello di valorizzare il settore della biologia della riproduzione, sia in ambito clinico sia di ricerca. Il lavoro della Società si è da sempre focalizzato sul garantire un mantenimento di elevata competenza dei professionisti, agendo attraverso eventi formativi e corsi teorico-pratici. In qualità di Presidente, affiancato da un direttivo di altissimo livello scientifico e professionale, è mia intenzione continuare per la strada già definita da chi mi ha preceduto, collaborando con le società scientifiche nazionali ed internazionali che condividono i nostri interessi. Sarà mia cura inoltre continuare ad interagire con le istituzioni, come la SIERR fa da vent’anni, per tutelare la figura dell’embriologo clinico: un professionista cruciale nei trattamenti di procreazione medicalmente assistita.
L’ l’infertilità rappresenta un problema nella società moderna, con tante coppie che arrivano a cercare il primo figlio in età avanzata, e sempre più chiedendo l’aiuto della scienza, attraverso la PMA. Ecco allora che i biologi e tutte le figure professionali che ruotano attorno a questo mondo, saranno sempre più richieste, proprio per rispondere al fabbisogno di servizi di questo genere. Consiglia ai giovani di intraprendere questa professione? Qual è il percorso formativo?
Alla luce degli ultimi dati che prospettano un incremento delle coppie che in futuro dovranno ricorrere alla fecondazione in vitro, la professione dell’embriologo clinico è sicuramente tra le professioni in ascesa nel fabbisogno occupazionale. Ad oggi molti corsi di laurea in biologia e biotecnologie hanno integrato nei loro programmi degli indirizzi dedicati al settore. Come SIERR, in collaborazione con l’Ordine Nazionale dei Biologi, abbiamo prodotto nel 2018 un documento che definisce il profilo professionale dell’embriologo clinico e il suo percorso formativo. Al suo interno definiamo che il “laureato magistrale in Biologia (LM-6) e lauree equiparate deve poter dimostrare di aver effettuato un training di almeno 2 anni in un laboratorio di PMA”. In questo periodo il professionista deve aver espletato un numero minimo di procedure garantendo determinati risultati. La SIERR collabora da anni, ormai, con le Università che hanno attivato master e corsi di perfezionamento utili all’inserimento nel ambito lavorativo. In particolare, nel 2018 l’Ordine nazionale dei Biologi ha siglato una convenzione con l’Università Roma Tre-Dipartimento di Scienze e la SIERR, per la promozione, l’organizzazione e la realizzazione del Master di II Livello, dal titolo “Embriologia Umana Applicata”, approvato dal Consiglio di Dipartimento dell’ateneo capitolino.
In particolare, di embriologi si avrà un fabbisogno doppio nel giro di 10 anni: circa 2.000 in Italia e 10.000 in Europa. Quali sono i settori di sviluppo professionale al di là della fecondazione assistita?
L’embriologo può inserirsi in vari settori della biologia che vanno oltre la consueta pratica clinica. Basti pensare a tutte le linee di ricerca oggi attive che vedono lo studio della riproduzione per lo sviluppo di nuovi farmaci o nuove tecnologie per la risoluzione delle patologie di origine genetica, solo per fare qualche esempio. L’ambito zootecnico rappresenta un altro importante settore nel quale l’embriologo è ampiamente richiesto. Allo stesso tempo le aziende hanno sempre più necessità di figure esperte in ambito riproduttivo e l’embriologo ha, per sua formazione, una visione a 360 gradi in questo ambito.
Il nuovo trend di richiesta di professionisti della PMA è di embriologi “2.0” in grado di destreggiarsi sia in laboratorio, con le tecniche di riproduzione assistita sia con le nuove tecnologie, inclusa l’intelligenza artificiale. È possibile acquisire queste nuove competenze in Italia? Quali sono i centri all’ avanguardia?
In Italia abbiamo dei professionisti di grande caratura che hanno garantito negli anni un avanzamento importante in ambito scientifico e clinico. I corsi organizzati dalla SIERR fanno tesoro di tali risorse per un miglioramento costante delle competenze. Sul territorio nazionale inoltre esistono diversi centri, anche afferenti al servizio sanitario nazionale, dove è possibile perfezionale la propria formazione.
Secondo il registro della procreazione medicalmente assistita dello European IVF Monitoring e dell’Istituto Superiore di Sanità, in Europa sono attive oltre 1.300 cliniche di PMA, di cui oltre 300 nella sola Italia. Quali sono i centri di eccellenza nel meridione?
Il meridione ha diversi centri di eccellenza. Storicamente la PMA in Italia è un eccellenza che trascende i confini territoriali regionali. Sul sito del Registro Nazionale della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è possibile reperire tutte le informazioni necessarie relative ai centri e alle varie prestazioni che erogano.
Negli USA un bambino su 60 nasce grazie alle tecniche di PMA; in Danimarca, Israele e Giappone uno su 25. La PMA è un percorso costoso o può essere fatto in maniera gratuita in Italia? Se sì, dove?
Tra le prestazioni che il servizio sanitario nazionale eroga vi è anche la PMA. I centri pubblici oggi forniscono un servizio sempre più all’avanguardia dal punto di vista clinico, assistenziale, tecnico e scientifico.
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