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Da De Nicola a Mattarella: quel Mezzogiorno presidenziale

31 Gennaio 2022

Il primo inquilino del Quirinale fu il napoletano Enrico De Nicola, mentre dal 2015 ad oggi, fresco di nuova elezione per un secondo mandato, il capo dello Stato è Sergio Mattarella. Tra loro, altri dieci presidenti della Repubblica. A Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella il primato della seconda elezione. Numerosi Presidenti della Repubblica hanno dato lustro ad un Mezzogiorno di menti eccelse, di fini giuristi e di illustri statisti. Il primo presidente della Repubblica – come detto – fu Enrico De Nicola. Nato a Napoli nel 1877, fu eletto come capo provvisorio dello Stato il 28 giugno 1946. Dopo essersi dimesso, venne rieletto il 26 giugno dell’anno successivo con 405 voti su 431 votanti. Il 27 dicembre del 1947, proprio De Nicola promulgò la Costituzione della Repubblica italiana. Con l’entrata in vigore della Carta costituzionale, l’1 gennaio 1948, assunse il titolo di presidente della Repubblica. Morì l’1 ottobre del 1959. Da presidente della Repubblica conferì l’incarico ad un solo presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi. Non nominò alcun senatore a vita nel suo breve mandato e ricoprì, inoltre, numerosi altri incarichi pubblici: in particolare, è l’unico ad aver ricoperto sia la carica di presidente del Senato della Repubblica sia quella di presidente della Camera dei deputati. Nella sua vita è stato anche il primo presidente della Corte costituzionale, trovandosi così ad aver ricoperto quattro delle cinque maggiori cariche dello Stato. Il sesto presidente della Repubblica fu Giovanni Leone, napoletano come De Nicola. Nato all’ombra del Vesuvio nel 1908, Leone sostituì Giuseppe Saragat venendo eletto dopo ben 23 scrutini il giorno della vigilia di Natale del 1971. Furono 518 i voti ottenuti su 1.008 votanti. Democristiano doc, due volte presidente del Consiglio, due volte presidente della Camera, stimato principe del foro e docente universitario di procedura penale alla “Sapienza” di Roma. Nel 1963 assiste il ministro Bernardo Mattarella (padre dell’attuale Presidente della Repubblica) nella querela per diffamazione contro Danilo Dolci e Franco Alasia, che lo avevano accusato di coinvolgimento con la mafia; il processo si conclude con la condanna dei diffamatori, rispettivamente a due anni e a un anno e sette mesi. Fu lui a dover gestire il rapimento e la successiva uccisione di Aldo Moro. Fu il primo Capo dello Stato a procedere allo scioglimento anticipato delle camere, nel 1972 e una seconda volta nel 1976. Si dimise in anticipo di sei mesi (giugno 1978) rispetto alla naturale scadenza del mandato, in seguito a campagne di stampa secondo cui sarebbe stato coinvolto nello scandalo Lockheed. Leone morì l’8 novembre del 2001. L’undicesimo Presidente della Repubblica e successore di Carlo Azeglio Ciampi fu, nel 2006, Giorgio Napolitano, eletto il 15 maggio con 543 voti su 990 votanti. Nato a Napoli come De Nicola e Leone, fu l’unico Capo dello Stato a essere stato membro del Partito Comunista italiano. Già presidente della Camera e titolare del Viminale, Giorgio Napolitano il 20 aprile del 2013 fu rieletto, divenendo il primo presidente della Repubblica a essere chiamato per un secondo mandato, oltre che il più anziano al momento dell’elezione nella storia repubblicana. Il 14 gennaio 2015 rassegnò le dimissioni, già anticipate durante l’ultimo messaggio di fine anno per le difficoltà legate all’età. Al termine del doppio mandato di Giorgio Napolitano, a diventare presidente della Repubblica è stato Sergio Mattarella. Palermitano classe 1941 e fratello di Piersanti, ex presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia nel 1980. Già vicepremier, ministro della Difesa e giudice della Consulta, il 31 gennaio 2015 è stato eletto al quarto scrutinio con 665 voti, poco meno dei due terzi dell’assemblea elettiva. Dato lo stallo nelle votazioni per il suo successore, le forze politiche hanno optato per la soluzione di votare Mattarella per un secondo mandato. E così il 29 gennaio, all’ottavo scrutinio, è arrivata la fumata bianca. Democristiano fino al 1994 (poi Ppi, Dl e Pd fino al 2008), il nome di Mattarella è legato al “Mattarellum” , omonima riforma della legge elettorale attuata dopo il referendum del 18 aprile 1993 e con la quale si sono svolte le elezioni nel 1994, nel 1996 e nel 2001.

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