Stessa divisa ma stipendio decurtato, è l’interessante analisi de unionesarda.it: ‘«Aspettiamo la prima busta paga, ma dai nostri conti emerge un dato che fa paura: per ogni ora di volo riceviamo un compenso che varia tra i 5,30 e i 7 euro euro». Gli assistenti di volo non possono metterci la faccia, perché nel contratto di lavoro (non quello nazionale, ma quello aziendale) c’è sempre la solita clausola sulla riservatezza. Qualcuno, nel corso del volo, si concede a una chiacchierata. Ma la condizione è rigida: «Niente nomi, anche se il mio si può leggere nel fregio che porto sulla divisa». La nuova vita dell’assistente di volo, nonostante molti anni di esperienza tra le nuvole, assomiglia sempre di più a quella di un rider. Hostess e steward pagati quasi come i fattorini che scorrazzano per le città col cibo caldo. «Ricevere un compenso orario di poco superiore ai cinque euro è umiliante, anche per la responsabilità che dobbiamo assumerci dopo ogni decollo – racconta la hostess del Roma-Milano – Con il nuovo contratto, per altro, non ci è stata neppure riconosciuta l’anzianità di servizio e tra noi ci sono colleghi che hanno anche venticinque anni di lavoro alle spalle. Tutto cancellato, dal giorno alla notte. E come se non bastasse abbiamo subito l’umiliazione della “sanzione” imposta da Alitalia per il mancato preavviso di licenziamento. In realtà sono loro che ci hanno scaricato, costringendoci a fingere un licenziamento volontario». Lo stipendio degli assistenti di volo, a spulciare i pochi contratti che circolano, è composto da due parti: quella fissa e quella legata alle ore di volo. Che esclude, quest’ultima, le tante ore passate in aeroporto ad attendere l’aereo successivo e persino le giornate di “riserva”, quelle trascorse a casa in attesa di una chiamata d’emergenza, per sostituire i colleghi che non si presentano all’imbarco all’ultimo momento. Obbligo di arrivare in aeroporto in massimo 90 minuti, ma nessun compenso se la giornata trascorre senza una convocazione. «La parte fissa dello stipendio – aggiunge il capocabina – è composta da una cifra costante, cui si aggiunte un super minimo che è stato introdotto per coprire l’anzianità cancellata da un giorno all’altro. E poi c’è la cosiddetta “indennità di volo garantita”. A questo si aggiunge una specie di mancia che varia tra i 5 e i 7 euro per ogni ora di volo effettuata». Per chi passa la notte lontano da casa o chi sta in servizio per più di dodici ore c’è anche un rimborso per i pasti: gli equipaggi la chiamano “diaria” e arriva a 42 euro. «Il necessario per pagare un pranzo e una cena a molti chilometri da casa – specifica il secondo steward – Alla fine il nostro stipendio supererà di poco i 1500 euro. Sappiamo che c’è tanta gente che guadagna molto meno di noi o che il lavoro se lo sogna, ma un compenso di questo genere non è dignitoso per chi ogni giorno punta la sveglia alle 4 del mattino e fa il giro d’Europa, arrivando spesso dall’altra parte del mondo, lasciando a casa i figli e il resto della famiglia». I comandanti e i primi ufficiali se la passano un po’ meglio ma anche per loro il nuovo contratto di lavoro con Ita contiene una sforbiciata da brivido. E infatti qualcuno non ha accettato l’offerta, considerando soprattutto l’appeal che vantano i piloti italiani: le compagnie di mezzo mondo sono disposte a contenderseli e ora per molti si aprono nuove possibilità di lavoro. Il confronto è presto fatto: passando da Alitalia a Ita un comandante con 60 ore di volo mensili passa da una retribuzione lorda di 12.534 euro a una di 6.217. Il taglio è del 50% e la differenza arriva al 48% anche se si fa un confronto con i colleghi di una low cost come Easyjet, dove un comandante che trascorre 60 ore in cockpit porta a casa circa 12 mila euro lorde. «Stipendi ben peggiori di Ryanair ma a condizioni di lavoro simili a quelle di una compagnia di bandiera come AirFrance o Lufthansa – dice un pilota – Questo succede perché il governo ha consentito a Ita di non applicare il contratto collettivo nazionale. Un precedente terribile». Ma per mostrarsi meno tirchia di quanto appaia, la nuova compagnia ha deciso di versare sul conto di tutti i dipendenti lo stipendio di un mese intero, anche se il primo decollo risale a soli 15 giorni fa.’
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