C’è un’altra epidemia, quella della xylella: 11 ulivi infetti a Monopoli e uno a Polignano. Monitoraggi col contagocceC’è un’altra epidemia, quella della xylella: 11 ulivi infetti a Monopoli e uno a Polignano. Monitoraggi col contagocceC’è un’altra epidemia, quella della xylella: 11 ulivi infetti a Monopoli e uno a Polignano. Monitoraggi col contagocceC’è un’altra epidemia, quella della xylella: 11 ulivi infetti a Monopoli e uno a Polignano. Monitoraggi col contagocce
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C’è un’altra epidemia, quella della xylella: 11 ulivi infetti a Monopoli e uno a Polignano. Monitoraggi col contagocce

16 Luglio 2021

Monitoraggi anti Xylella col contagocce, in ritardo rispetto al piano di azione 2021 pubblicato lo scorso aprile, a cui sono impegnate solo 15 squadre con 30 tecnici rispetto alle 90 squadre e 180 tecnici dell’anno scorso, con il rischio che salti la scadenza programmata di ottobre 2021 per la chiusura dell’attività di monitoraggio e campionamento, utile a salvare la Piana degli ulivi monumentali e fermare l’avanzata della malattia verso l’area ancora indenne. E’ quanto stigmatizza Coldiretti Puglia che chiede una stretta ad Arif per portare a regime il piano di monitoraggio entro i tempi prestabiliti, con l’impiego di almeno un numero pari a quello degli anni precedenti di agenti dedicati al monitoraggio e al campionamento degli ulivi, mentre sono già stati conclamati infetti alla Xylella 11 olivi e Monopoli e 1 a Polignano.“Uno scenario ‘senza difesa’, soprattutto nell’attuale contesto pugliese dove è determinante l’attività di contenimento della malattia, è inimmaginabile. Lotta al vettore anche finanziata, monitoraggi e campionamenti sono attività cruciali considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, per l’individuazione dei focolai nei primissimi stadi della infezione su piante sensibili e la successiva rimozione secondo legge, così come il controllo della presenza di potenziali vettori contaminati, restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità è garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non va messo in alcun modo in discussione, anzi il sistema dei monitoraggi e campionamenti va potenziato, perché la lotta all’insetto vettore è stata trascurata e monitoraggi e campionamenti degli ulivi ancora oggi si basano principalmente su analisi visiva di piante troppo spesso asintomatiche”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Intanto, continua la conta degli ulivi infetti a Monopoli, mentre a Polignano l’ulivo infetto è ubicato nei pressi della frazione di Triggianello, in un focolaio individuato nella precedente campagna di monitoraggio, ovvero un’area con raggio di 50 metri nel contorno delle piante già trovate infette e, salvo deroghe, già abbattute. Si tratta di un olivo che, sulla base del requisito di monumentalità, che era stato escluso dalla Determina di abbattimento – spiega Coldiretti Puglia sulla base degli aggiornamenti di Infoxylella – avvalendosi della possibilità di deroga prevista appunto per i Monumentali risultati negativi alle analisi. Analoga la situazione per 2 dei 3 nuovi positivi di Monopoli, anch’essi monumentali ricadenti in due precedenti focolai, mentre il terzo olivo infetto di Monopoli, essendo appena 4-5 metri fuori dei 50m del focolaio già demarcato, genera a sua volta un nuovo focolaio. “I risultati delle analisi statistiche condotte dagli enti di ricerca impongono una seria riflessione circa il nuovo regolamento comunitario approvato il 14 agosto 2020 che ha ridotto a 50 metri, dai 100 metri inizialmente previsti, l’area buffer ovvero il raggio dell’area focolaio intorno alle piante trovate infette e soggette a taglio obbligatorio per sottrarle all’azione di diffusione degli insetti vettori, come la cicalina sputacchina. Se la sputacchina cammina fino a 400 metri in una stagione, l’area buffer di 50 metri risulta decisamente insufficiente a contenere il rischio contagio, quindi si ottiene solo un’azione di rallentamento della diffusione, non certo l’estinzione dei focolai più avanzati nelle aree cuscinetto sul fronte epidemico che richiederebbe invece azioni ben più drastiche”, insiste il presidente Muraglia. L’epidemia di Xylella dal 2013 ad oggi ha colpito 8mila chilometri quadrati, con un danno stimabile di oltre 1,6 miliardi euro, secondo un’analisi della Coldiretti Puglia. “Come ripetutamente segnaliamo e denunciamo da anni – torna a ribadire il presidente Muraglia – il monitoraggio degli ulivi non può essere esclusivamente visivo, perché la Xylella è come il Covid, la malattia è asintomatica per un lasso di tempo imprecisato, per cui le piante appaiono sane alla vista. Per accertare la presenza della malattia nell’area a forte rischio vanno effettuati campionamenti e analisi anche di ulivi apparentemente sani, senza che sia ancora ben visibile alcun segno di disseccamento”, ricordando che è andato “perso 1/3 degli ulivi di inestimabile valore preservati nel tempo, è impensabile continuare a perdere un patrimonio vitale per la Puglia sul piano agricolo, paesaggistico, culturale e turistico”, conclude il presidente Muraglia. Monitoraggi delle piante non solo visivi e dell’insetto vettore ‘la sputacchina’, campionamenti ed espianti tempestivi in caso di ulivi infetti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, restano – aggiunge Coldiretti Puglia – l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione. La vastità del problema, la rilevanza economica della coltura per l’intero territorio regionale e le prescrizioni della normativa fitosanitaria comunitaria e nazionale in caso di ritrovamento di patogeni da quarantena – conclude Coldiretti Puglia – impongono scelte e provvedimenti urgenti, anche in considerazione della diffusione della malattia che, dopo aver causato il disseccamento degli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando sino alla provincia di Bari, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione.

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