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Gli studenti: «Torniamo in aula». Il Cts: «Sanni se le scuole restano chiuse»

13 Novembre 2020

Gli studenti di tutta Italia si mobilitano contro la didattica a distanza. Da Torino, dove Anita e Lisa, 12 anni appena, seguono da una settimana le lezioni in strada, a Napoli, dove la protesta e’ arrivata in piazza del Plebiscito, ma anche a Firenze e a Milano, aumentano i ragazzi che chiedono di poter tornare a scuola. ‘Schools for future’ e’ il nome del movimento a favore delle lezioni in presenza; si ispira ai ‘Fridays for Future’ e non e’ un caso che, come i ragazzi di Greta, anche loro abbiamo scelto il venerdi’ per le loro iniziative. E oggi la ministra Lucia Azzolina si e’ incontrata col Cts. I tecnici non solo hanno spiegato che le attuali evidenze confermerebbero un’incidenza piu’ bassa nelle fasce di eta’ piu’ giovani, ma soprattutto hanno affermato che la chiusura prolungata delle scuole rischia di comportare ricadute psicologiche molto forti negli studenti. Dunque, almeno per ora ‘nulla cambia’: i ragazzi fino agli undici anni continueranno ad andare a scuola con l’obbligo di mascherina in classe dai sei anni in su nelle zone rosse. Nelle zone gialle e arancioni lezioni in presenza anche per il secondo e il terzo anno delle medie. Una scelta questa che lo stesso presidente del Consiglio Conte ha difeso anche oggi ribadendo che “le scuole non sono focolai e i ragazzi rispettano le regole”. La protesta decisa dagli studenti e messa in atto oggi in tutta Italia e’ originale: un’ora di didattica a distanza, armati di computer e wi fi, davanti alle scuole di tutta Italia. Fuori dalla scuola media Italo Calvino, nel centro del capoluogo piemontese dove e’ iniziato tutto nei giorni scorsi, Anita e Lisa oggi non erano sole. Con loro, qualche insulto sul web dai soliti haters ma anche altri compagni. Quelli del Calvino come loro, ma anche del vicino Gioberti, liceo classico celebre per le lotte del ’68, e persino qualcuno di Palazzo Nuovo, storica sede delle facolta’ umanistiche. Paragonata a Greta Thunberg, Anita promette che anche lunedi’ sara’ nuovamente nella sua aula a cielo aperto. “Non voglio essere famosa, ma voglio solo tornare a scuola”, si schernisce la ragazza, respingendo il paragone con l’ambientalista svedese “Qualcosa e’ cambiato dopo questi giorni – spiega la dodicenne- c’e’ piu’ coscienza tra gli studenti, ma anche tra gli adulti”. Da Torino a Napoli cambia la scena ma lo spirito della protesta e’ lo stesso. In piazza del Plebiscito i banchi in piazza sono disposti a formare la scritta ‘No Dad’, visibile dall’alto; su ognuno c’e’ un cavaliere con il nome dei bimbi che devono seguire le lezioni online. Accanto al nome dell’alunno i messaggi “Frida non sente”, “Rita e’ sola”, “Sara, dove sei?”, “No Nickname”, alcune delle difficolta’, portate in piazza, che i bambini riscontrano seguendo le lezioni online. Per le lezioni in presenza, pero’, ci si batte anche a Milano e Firenze. Nel capoluogo lombardo i ragazzi hanno seguito i professori sugli schermi seduti davanti alla sede della Regione. “E’ incredibile che ci siano profumerie aperte, ma le scuole chiuse – commenta una studentessa milanese – Mentre gli altri Paesi Europei puntano sulla scuola, la prima cosa che fanno in Italia e’ chiudere”. A Firenze, che sta per diventare zona rossa, due diciottenni, Pietro e Simone, protestano davanti a Liceo Galileo: “Bisogna tornare in classe- sostengono – Riteniamo che non si possa fare lezione a distanza a lungo”. Chiara Ponzini, mamma e organizzatrice aderente a ‘Priorita’ alla scuola’, promette che la protesta non finira’ qui. E che da venerdi’ prossimo, e per ogni venerdi’, l’iniziativa verra’ ripetuta davanti alle scuole di tutta Italia. A Milano, inoltre, ogni domenica in parchi di prossimita’ all’aperto genitori e figli faranno lezioni all’aperto, leggendo testi e commentandoli. Per una scuola che torni ad essere per tutti in presenza.

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